Oggi parliamo di patologie autoimmuni, in particolare della tiroidite di Hashimoto anche nota come tiroidite linfocitaria cronica o tiroidite autoimmunitaria.

Viene definita autoimmune una malattia che altera il sistema immunitario provocandone un malfunzionamento dovuto a risposte anomale o autoimmuni. In altre parole, il sistema immunitario della persona affetta da una patologia autoimmune attacca componenti o cellule dell’organismo, determinando così un’alterazione funzionale o anatomica del distretto colpito.

Di norma il compito del sistema immunitario è quello di riconoscere e distruggere virus e batteri attraverso l’attivazione di alcuni processi che proteggono l’organismo.

Ancora non sono ben note le cause scatenanti di alcune patologie autoimmuni; è possibile che ci sia una predisposizione genetica su cui possono poi influire altri fattori esterni (eccessiva esposizione ai raggi UV, continuo contatto con agenti infettivi o virali, stress emotivi, squilibri endocrini).

Nelle persone affette dalla tiroidite di Hashimoto il sistema immunitario prende di mira la tiroide appunto, “guerreggiandola” erroneamente e causandone infiammazione e incapacità da parte dell’organo di produrre gli ormoni tiroidei. Tale processo comporta l’accumulo di linfociti nella ghiandola, la quale produce gli anticorpi ciclicamente avviando così il processo autoimmunitario.

Questa patologia comporta spesso la riduzione della funzionalità tiroidea causando quindi ipotiroidismo e il relativo rallentamento del metabolismo basale.

Tiroidite di Hashimoto: i sintomi

Il sintomo più comune è l’ingrossamento della ghiandola tiroidea che a volte può addirittura intravedersi ad occhio nudo. Altri sintomi sono spesso variabili e a volte non localizzati solo nell’organo colpito:

  • Facile aumento di peso
  • Difficoltà a diminuire di peso
  • Dolori articolari e/o muscolari (fibromalgia)
  • Stanchezza diffusa
  • Attività cardiaca rallentata
  • Intestino lento
  • Difficoltà di concentrazione (brain fog)
  • Sbalzi d’umore e depressione

La Tiroidite di Hashimoto colpisce maggiormente le donne di età tra i 30 e i 65 anni, rispetto agli uomini.

La Tiroidite di Hashimoto e il ruolo del nutrizionista

E’ scontato che la malattia dovrà essere affrontata con il supporto di un medico endocrinologo, il quale assegnerà al paziente la dovuta cura farmacologica.

Il ruolo del nutrizionista in questi casi è però di rilevante importanza. La corretta assunzione di alcuni cibi può ridurre la sintomatologia fino alla quasi totale scomparsa degli effetti.

L’elemento nutrizionale fondamentale è il selenio, presente in bassissima concentrazione in alcuni alimenti che spesso mangiamo. Ovviamente il giusto apporto di selenio deve derivare da un’alimentazione bilanciata, povera di cibi grassi e ricca di prodotti integrali contenenti antiossidanti.

Risulta ulteriormente importante incrementare l’uso di cibi ricchi di acidi grassi omega 3 (frutta secca, olio o semi di lino, soia e pesce azzurro).

Da aggiungere anche alimenti ad elevata concentrazione di vitamina del gruppo A, C ed E, considerati antiossidanti naturali (agrumi, carote, frutta secca, kiwi, salvia, rosmarino, peperoni, pomodori, zucca, olio extra vergine d’oliva, curcuma e zenzero).

I cibi da evitare o ridurre notevolmente sono: caffè, tè, pompelmo, crusca e fibre alimentari.

Di seguito un elenco di prodotti alimentari contenenti concentrazioni rilevanti di selenio.

Alimento Mcg x 100g
Tonno fresco 112
Carne di cavallo 58,6
Polpo 56,6
Fette biscottate integrali 51,2
Pane integrale 43,3
Fegato 42
Bresaola 36,9
Sogliola 36
Orata 36
Amaranto (cereale) 18,7
Coniglio 17
Merluzzo (anche surgelato) 16,5
Fagioli (anche secchi) 16
Carne di maiale 14
Parmigiano 12
Riso brillato 10
Pollo 10
Quinoa 8,5
Pistacchi 8
Funghi champignon 7,5
Uovo di gallina 6
Prosciutto crudo 5,6
Lenticchie secche 4
Noci 3,1
Pomodori 2,3
Nocciole 2
Mandorle 1,5

Fonte: Nacamulli, Mian, Petricca, Lazzarotto, Barollo, Pozza, Mantero, (2010). Influence of physiological dietary selenium supplementation on the natural course of autoimmune thyroiditis. Clinical endocrinology

Tiroidite di Hashimoto: un esempio di dieta

La seguente dieta è esemplificativa, un piano alimentare dettagliato va elaborato solo dopo completa anamnesi.

Colazione

Un infuso o tisana (no tè), 3 gallette biologiche senza glutine e una porzione di frutta fresca

Pranzo

70 g di carboidrati a scelta tra cereali senza glutine biologici (riso bianco o semintegrale, miglio, quinoa, amaranto), oppure 250 g di patate novelle. Da evitare il grano saraceno

Una componente di proteine e grassi a scelta tra: 1 uovo biologico, 150 g di piselli surgelati o in barattolo di vetro, 100 g di pesce. Liberamente verdura cruda o cotta, limitando però le Solanacee (pomodori, peperoni e melanzane); 2 cucchiai di olio extravergine di oliva a crudo. Spezie ed erbe aromatiche a piacere evitando quelle piccanti (pepe e peperoncino)

Spuntini: 2-3 gallette con burro di mandorle e cannella oppure 15 g di cioccolato fondente almeno al 70%

Cena

Una componente di proteine a scelta tra 150 g di pesce, 2 uova biologiche. Una fonte di carboidrati a scelta tra 30 g di cereali senza glutine biologici (riso bianco o semintegrale, quinoa, amaranto, miglio), 100 g di patate novelle, oppure 2-3 gallette senza glutine.

Tutti i giorni, usare olio evo a crudo, sale con moderazione, preferendo sale marino integrale, spezie ed erbe aromatiche, in particolare la curcuma, che è l’unica spezia ad avere studi scientifici relativi al suo potere antinfiammatorio a livello tiroideo.

Bere almeno 2 litri di acqua al giorno, vanno bene anche gli infusi ma senza zuccherarli. Ridurre gradualmente tè e caffè.