Le ragadi anali sono lesioni cutanee del canale anale causate nella maggior parte dei casi dall’espulsione di feci dure o voluminose. A seconda della gravità, queste possono formarsi sia sulla parte esterna dell’ano che su quella interna.  Di solito si formano a causa dello sforzo attuato al momento dell’evacuazione che provoca un’eccessiva dilatazione del canale anale e che, in determinate situazioni, predispone alla lacerazione della parete.

La dilatazione del canale anale durante l’espulsione delle feci ostacola il processo di guarigione e di cicatrizzazione, il ché provoca dolore che si protrae a causa delle numerose terminazioni nervose presenti.

Purtroppo è un disturbo che tende alla cronicizzazione ed alla recidiva anche perché il ridotto afflusso di sangue in quella zona ne ritarda considerevolmente la guarigione.

Le ragadi anali: i sintomi più comuni

La lesione anale può mostrarsi di colore rosso brillante e provocare un forte dolore durante e dopo la defecazione. I sintomi più comuni sono quelli paragonabili ad un taglio (dolore puntorio), seguito spesso da una immediata sensazione di bruciore. Dopo la  defecazione si può anche avere emissione di sangue rosso vivo e il forte dolore può estendersi alla muscolatura anteriore del pavimento pelvico. Il più delle volte il dolore può manifestarsi anche dopo qualche ora e l’intensità può variare a seconda della dimensione della lacerazione, che può essere anche molto piccola.

Le ragadi anali: come curarle con la dieta

In relazione alla gravità della patologia, è possibile protendere verso 3 diversi approcci terapeutici: medico, chirurgico o nutrizionale.

L’obiettivo primario dell’approccio nutrizionale consiste nella regolarizzazione dell’alvo e quindi del transito intestinale, cosicché le lesioni possano cicatrizzarsi in maniera naturale nel giro di qualche giorno (di solito da 4 a 8 giorni).

E’ ovvio però che nei casi più gravi la sola dieta non è risolutiva e bisogna ricorrere necessariamente ad una visita medica specialistica, ma nella maggior parte dei casi una corretta alimentazione può essere una soluzione.

Di seguito andrò ad indicare alcuni consigli nutrizionali che hanno aiutato molti miei pazienti, anche in modo definitivo.

Gli obiettivi dell’approccio nutrizionale sono due: riequilibrare la funzione dell’intestino e ridurre la consistenza delle feci per mantenerle quanto più molli.

Nel primo caso il consiglio è di utilizzare due integratori alimentari di estrazione naturale (nutraceutici). Ce ne sono molti in commercio ma ai miei pazienti, tra tanti, consiglio l’Honey Digest e l’Immuno Plus della DNA Solution. Sono quelli che ho trovato più efficaci per l’ottima qualità delle materie prime (100% naturali) e perchè non sono costosi.

Ti riporto i link nel caso volessi provarli:
HONEY DIGEST
IMMUNO PLUS 

Ho selezionato questi due integratori perché insieme contengono elevate concentrazioni di sostanze naturali necessarie al nostro scopo (curcuma, reishi, bacche di goji, tarassaco, aloe, finocchio, anice, ecc…).

Per ridurre la consistenza delle feci, invece, dovremo riequilibrare l’alimentazione con una dieta specifica. In questa sede però potrò limitarmi ad elencare una serie di consigli alimentari utili tra cui:

1 – Incrementare l’assunzione di cibi ad alto contenuto di fibre solubili come ad esempio legumi, avena, orzo, frutta fresca e broccoli.

2 -E’ consigliabile incrementare anche l’utilizzo di oli vegetali (olio di cocco, olio di mais, olio di soia, ecc…), perchè incidono di molto sulla velocità di transito del cibo nell’intestino.

3- Molto importante è ingerire una notevole quantità di acqua (oltre 2 litri al giorno).

Le ragadi anali: i cibi da evitare

In generale è di rilevante importanza eliminare o quantomeno ridurre tutti i cibi irritanti per l’intestino come ad esempio il peperoncino, il pepe nero, lo zenzero, l’aglio e la cipolla.

Stesso discorso vale anche per le bevande alcoliche e quelle eccitanti come tè e caffè e cacao.

In caso di diarrea bisogna evitare tutti i cibi lassativi come ad esempio il kiwi, il brodo di verdure, le mele cotte, la liquirizia, ecc…

In caso di stipsi, invece, bisogna evitare i cibi astringenti come ad esempio le banane, il tè, il limone, ecc…

Va detto poi che una dieta troppo ricca di grassi e di proteine altera il pH fecale e di conseguenza la flora batterica intestinale. È quindi consigliabile riequilibrare la quantità di questi alimenti e di assumere dei probiotici, in modo tale da contrastare la flora batterica putrefattiva, che gioca un ruolo negativo nella guarigione.

Farsi seguire da un nutrizionista può essere determinante, perché una dieta equilibrata e personalizzata può essere risolutiva.

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